Carlo Dradi, negli anni ’50 è un professionista affermato, già cofondatore della rivista d’avanguardia “Campo Grafico” nel 1933, quando diventa curatore grafico delle Edizioni del Milione dei fratelli Ghiringhelli. Per la Galleria d’arte del Milione,per inciso, aveva già creato nel 1937 il famoso marchio tuttora in uso. Nel 1947 per la Casa Editrice impagina il volume “Milano 1800/1943” dell’architetto Ferdinando Reggiori. E’ uno studio che traccia un ampio itinerario urbanistico edilizio della città.
Carlo Dradi ha di fronte le antiche mappe monumentali e le piante del ‘700/800 , i piani regolatori del ‘900, le ultime fotografie della Milano distrutta nell’ultima guerra e i molti progetti di ricostru zione in attuazione: un quadro comparativo della vecchia e della nuova città, il cui volto era stato già mutato durante il fascismo negli anni ’30, a scapito del vecchio centro storico demolito.In questo ambito di vecchie macerie e di nuove fondamenta Carlo Dradi matura l’idea di testimoniare attraverso una mappa monumentale con fabbricati “in alzato” il vero effetto reale architettonico della Milano postbellica che sta nascendo; è il 1954. Nel suo studio collaborano al rilevamento dei dati e al disegno cartografico Sergio Cesari, il figlio Massimo Dradi e Gianfranco Manara.
La scala dei disegni è circa di 1:1000, lo stile si ricollega alle mappe incise del ‘700 e l’architettura moderna è curata con pari scrupolo secondo i progetti esistenti, (si veda la Torre Velasca del 1956). Per varie vicende l’opera grafica non venne terminata, l’intero perimetro progettato entro le ex mura spagnole rimase incompleto e fu un vero peccato perchè sarebbe stata un’ occasione rara avere una mappa di Milano “in disegno alzato” degli anni ’50, inoltre realizzata in un periodo di transizione in cui coesistevano aree distrutte con macerie e aree ricostruite con tanti progetti di modifica della forma urbis del centro storico.
Dopo la scomparsa di Carlo Dradi nel 1982 un altro figlio, Giovanni Dradi, cresciuto si nello studio grafico del padre, ma dedicatosi successivamente alla pittura e all’incisione su rame, volle riprendere quei vecchi disegni e pellicole degli anni ’50, ma si accorse subito che in venticinque anni la città era mutata e quei disegni inutilizzabili. Salvare le basiliche e qualche grande monumento storico e rifare tutto il resto? Era un impresa immane, tuttavia l’opera del padre non poteva essere lasciata eternamente in archivio, meritava un riconoscimento. Pur rendendosi conto della temerarietà e difficoltà del progetto provò a consultare le planimetrie nuove, fare i sopralluoghi in loco, completare le aree mancanti ed iniziare i primi disegni dei quartieri rinnovati, era una vera sfida.
Sempre con “ incoscienza” passano tre anni e nel 1985 la svolta: la società Milano Assicurazioni per il proprio 160° anno di fondazione, e il Teatro alla Scala sponsorizzano la prima edizione. Giovanni Dradi non ha terminato l’aggiornamento delle nuove aree con tutti i disegni relativi, ma il committente la vuole subito così com’è. La tiratura fuori commercio è di 700 esemplari. Gli altri aggiornamenti saranno materia per un’altra edizione. Carlo Dradi, l’ideatore della mappa, non avrebbe potuto vedere finito il suo progetto perchè perse la vista nel 1963. La storia di questa mappa monumentale panoramica assonometrica, rifondata e chiamata dal nuovo autore: “Milano il Centro Storico a volo d’uccello”, s’intreccia così con il costante evolversi urbanistico della città, perchè ciclicamente le nuove costruzioni o le nuove demolizioni prima o poi saranno materia per nuove edizioni del “ritratto” di Milano Infatti è un ritratto infinito quello di Giovanni Dradi, perchè da anni non solo aggiorna il volto urbanistico già noto, ma sta lavorando ai disegni per un ampliamento dell’attuale area includendo interi quartieri storici mai entrati in una mappa di Milano.