Gli Autori

In questa sezione potete leggere alcune note biografiche sugli autori della mappa. Giovanni Dradi, autore e curatore di tutte le recenti edizioni della mappa, ha ereditato l’idea originale dal padre Carlo Dradi, allargando il perimetro e includendo i nuovi volti della città di Milano col passare degli anni.

Giovanni Dradi

(Milano 1938-2020) 

Giovanni Dradi

Giovanni Dradi sul Duomo di Milano

Milanese,  figlio d’arte, ha studiato alla Scuola d’arte del” Castello” con il pittore Mantica e con lo scultore Paganini. Si forma nello studio del padre Carlo, grafico e cartellonista, negli anni ’50 seguendo diverse discipline: dal disegno architettonico,  alla grafica razionale, alla pittura cartellonistica.

Le prime opere pittoriche degli anni ’63/64 hanno un carattere di astrazione, ma quando l’attività diventa costante nel ’71  la pittura è già figurativa  e  rivolta a tematiche umane con l’uomo colto nelle sue collocazioni esistenziali: nei luoghi di lavoro, dell’emarginazione, del tempo libero.

I soggetti sono “metropolitana”, “ingorgo”, “bar Giamaica”, “parcheggio” ed altri come “zona A di Seveso”. Significativa la mostra collettiva tenutasi a Milano alla Rotonda  Besana “Aspetti della ricerca figurativa 1970/1984” curata dall’Università Statale. Dradi studia la tecnica dell’incisione su metallo con il pittore Ticinese Mario Marioni e nel ’75 nasce un ciclo di rami incisi all’acquaforte sul tema delle“Stragi”, le tavole sono raccolte nella cartella: “La morte la carne il diavolo”. Seguono altri cicli d’incisioni. Dal ’78 pubblica una cartellina numerata, “Gli Specchi” che affianca ad una sua stampa incisa, una lirica d’autore contemporaneo. Tra questi percorsi  pittorici vi sono intermezzi di lavori grafici come la grande Mappa del centro storico di Milano a volo d’uccello opera unica nel suo genere, per dimensione e precisione del disegno grafico degli edifici.

Giovanni Dradi riprese i disegni paterni, completò il tracciato, aggiornò  le vecchie aree e dette alla stampa la prima versione nel 1985,  ma si tratta di un lavoro mai finito perchè  sempre da aggiornare. Oggi, nel 2012, Dradi ha terminato un completo aggiornamento e nel contempo ha ampliato l’area rappresentata  per cui si può dire che la nuova versione della mappa  risulta completamente ridisegnata raggiungendo un’alta qualità grafica e verità urbanistica.

La Facoltà d’architettura dell’Università di Parma l’ha invitato a tenere conferenze sul disegno assonometrico di carattere urbanistico relazionato alla rappresentazione cartografica.
Ma torniamo al 1985, Dradi è testimone della valanga di fango  fuoriuscita dai bacini di una miniera che si riversa sul paese di Stava in Trentino e che cancella  amici ed  ambiente; è  un evento tragico che scuote la sua sensibilità e  influisce  sulla creatività e gli  interrogativi esistenziali  che palesano quel dualistico rapporto natura/cultura.
Su questo tema Dradi produce opere di pittura, scultura, incisione dal carattere informale, metafora di un ambiente annullato e privo di forme proprie, reali (Aleph Milano’91).

Negli anni ’90 Dradi lavora ancora sulla scultura intorno a diversi temi, alcuni in particolare, legati alla cultura scientifica contemporanea come l’universo del microcosmo biologico.  Alcuni titoli, come “Gli  occhi del destino”, che rappresenta una cellula in “mitosi”con due nuclei, vuole significare  che lì all’interno c’è il nostro programma vitale; per altri versi quel rapporto natura/cultura ci lega indissolubilmente.

Solo dopo il 2000 si apre una nuova stagione di ricerca pittorica che recupera i valori della natura: nascono opere di  paesaggi alpini visti nel loro aspetto e senso primigenio. (Comune Bormio’09).

A Bormio, dal 10 al 24 Agosto 2013, viene esposta la serie di acquarelli sull’Ortles Cevedale, nell’ambito di una mostra ospitata dalla Banca Popolare di Sondrio (sfoglia il catalogo).

“Metropolitana” olio su tela 105×150 – 1971

Il tronco – incisione all’acquaforte su rame 1979

“Stava, la caduta” olio su tela 70×90 – 1987

“Gli occhi del destino” bronzo patinato alt.42

“Gli occhi del destino” bronzo patinato alt.42

“Il Gran Zebrù e l’Ortles” acquarello 2009

“Il Gran Zebrù e l’Ortles” acquarello 2009

Carlo Dradi

(Milano 1908-1982) grafico cartellonista 

Carlo Dradi

Sin da giovane apprende l’incisione litografica alla Cromolitografia Bombelli, nel contempo studia a Brera con il pittore Giuseppe Palanti, poi frequenta la Scuola d’Arte applicata del Castello e segue la Scuola del Libro con il pittore Piero Marussig. Nel 1927 entra, come disegnatore progettista, alla ditta Cellograf dove si afferma subito progettando l’incarto del panettone Motta con i famosi raggi leonardeschi ancora oggi presenti.

Nel 1931 lavora già proprio e nel ’32 si associa con Attilio Rossi, anch’egli aveva frequentato la Scuola del Libro dell’Umanitaria . Nel 1933 Carlo Dradi fonda, insieme ad altri compositori e stampatori, la rivista Campo Grafico attenta al rinnovamento della estetica tipografica e alle ricerche della Scuola tedesca del Bauhaus, del movimento De Stijl e del Costruttivismo russo. Dradi elabora e firma copertine ed impaginazioni con i nuovi canoni estetici: l’uso della fotografia del fotomontaggio, l’abolizione della simmetria classica per un equilibrio dinamico dei vari elementi. La rivista ha un successo internazionale e viene pubblicata dal ’33 al ’39.

Per la storia di Campo Grafico si veda la monografia che Dradi ha redatto per il Comune di Milano:“1933 nasce a Milano la grafica moderna”.

Nel 1935 Rossi si trasferisce in Argentina e Dradi torna ad essere unico progettista nel suo studio, anche se la firma resta accoppiata fino al 1940. Riviste Italiane ed estere pubblicano suoi lavori anche nelle proprie copertine- Gebrauchsgraphik, Druck und Werbekunst, Monatsblatter, Modern Pubblicity, Pubblimondial-.
Suoi progetti importanti degli anni ’30 sono i poster Borsalino, Agfa, Rotbar, le copertine con fotomontaggi della rivista Lo sport italiano ed anche quelle delle Missioni Illustrate. Nel 1933 alla V Triennale riceve il Gran Diploma d’onore. Dal 1941 impagina la rivista Il Tempo di Mondadori. Nel 1946 fonda la rivista Linea Grafica di cui rimane direttore fino al 1950. Nel 1948 accentua la sua attività cartellonistica  recuperando la sua antica formazione pittorica e realizza per un decennio 15 cartelloni per le Ferrovie Nord Milano.

Marchio della Montecatini design Carlo Dradi 1961

Progetta pagine pubblicitarie per la Motta, marchi per l’Eni, copertine per Olivetti, annunci per giornali per Galbani. Dopo il primo marchio famoso delle edizioni del Milione del 1937 negli anni ’50 crea altri marchi famosi tra cui  quelli Montecatini, Jolly Hotel (Marzotto). Molti sono i poster premiati tra gli anni ’50 e ’60: per l’Enit il poster Italia, per l’associazione Casse di Risparmio: “Risparmio, libertà dal bisogno”. Carlo Dradi stato docente di progettazione grafica all’Istituto Statale d’arte P.Toschi di Parma e prima ancora alla Scuola d’arte applicata al Castello di Milano e alla Scuola del Libro dell’Umanitaria. Invitato a mostre nazionali ed estere, citiamo: Grafa Basilea 1936, Parigi 1937, Stoccolma 1949,“Gli anni Trenta” Milano Palazzo Reale 1980. Lo storico della pubblicità Dino Villani lo definì il primo e più completo grafico che noi abbiamo avuto.

Poster Borsalino, 1934

Poster Ferrovie Nord Milano – 1954

Poster Golia – 1962